Viaggiamo con Dante in attesa di poter tornare a navigare

Oggi è il Dantedì, che celebra i 700 anni del giorno in cui si presume sia cominciato il suo cammino negli Inferi, così come narra la Divina Commedia

Oggi, 25 marzo, si celebra il Dantedì, 700 anni dopo la morte del Sommo Poeta, nel giorno in cui, si presume, sia iniziato il viaggio di Dante Alighieri negli Inferi, così come raccontato nella Divina Commedia.
In attesa di poter tornare a navigare, oggi possiamo viaggiare con i suoi scritti, costellati di continui riferimenti al mondo marittimo. Perché, nonostante la nautica moderna sia molto diversa da quella del Medioevo, le emozioni che il mare suscita in noi sono eterne.
Ecco che allora i versi della Commedia ci ispirano per tornare a sognare e ci riportano, come “presi per incantamento”, tra le onde dei mari che per lungo tempo ci hanno cullato.
“Ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto.
L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi,
e l’altre che quel mare intorno bagna.
Io e ’ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov’Ercule segnò li suoi riguardi,
acciò che l’uom più oltre non si metta:
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l’altra già m’avea lasciata Setta.
“O frati”, dissi “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l’esperienza,
di retro al sol, del mondo sanza gente”.
Inferno, XXVI, 100-117

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